Eiaculazione precoce
Non è facile definire l'eiaculazione precoce, bensì sia frequente la sua attribuzione a un deficit tempistico. I Criteri Diagnostici del DSM-IV la riconducono a un persistente o ricorrente eiaculazione a seguito di minima stimolazione sessuale prima, durante o poco dopo la penetrazione e prima che il soggetto lo desideri, ma bisogna tenere di conto di molti fattori, come l'età, la fase dell'eccitazione, la situazione e la frequenza recente di attività sessuale.
La Kaplan ci insegna che la precocità non può essere definita in termini quantitativi; più precisamente, l'assenza di controllo volontario diventa disfunzione nel momento in cui viene percepita dai coniugi un limite alla loro sessualità.
L'Eiaculazione precoce può essere prodotta da situazioni legate a problemi medici, quali traumi del sistema nervoso simpatico, frattura pelvica, prostatite, uretrite, ipertrofia prostatica e in alcuni casi come conseguenza da astinenza da narcotici o antipsicotici.
Sono state sviluppate molte teorie sulle cause, alcune a stampo psicodinamico, altre invece, vedono nel condizionamento del primo rapporto sessuale, caratterizzato da nervosismo e rapidità, l'origine del disturbo; altre ancora riconducono tutto all'ansia.
Molti e.p. infatti, sarebbero distratti da pensieri inerenti la performance, l'adeguatezza sessuale e tali pensieri impedirebbero di monitorare il proprio livello di attivazione e cogliere le sensazioni antecedenti l'eiaculazione.
Alcuni autori suggeriscono che sia tutto legato a una bassa frequenza di attività sessuale, mentre altri che gli e.p. presentino una maggiore sensibilità alla stimolazione, raggiungendo così più rapidamente il livello critico di stimolazione richiesta
L'attuale fisiologia neuromuscolare del processo eiaculatorio rimane ancora poco chiara, sebbene alcuni sostengono che gli uomini con e.p. abbiano una sensibilità somatica maggiore.
Fisiologicamente parlando, si attribuisce al riflesso bulbocavernoso (il riflesso di espulsione) una maggiore eccitabilità.
A tutt'oggi, la ricerca relativa all'eziologia dell'eiaculazione precoce non è unitaria, ma nonostante ciò, questo non ha impedito lo sviluppo di diverse strategie d'intervento, basate sia su spiegazioni biologiche che psicosociali.
Terapie farmacologiche e comportamentali sono predominanti in questo disturbo.